... di serio e faceto, amicizia e odio, felicità e tristezza. Di intelligenza e stupidità... Vi pare poco?

venerdì, agosto 26, 2005

Il mostro

E' grossa, larga, infinitamente lunga. Sembra uscita da un libro dell'orrore.
La sto cavalcando, ha la forza di un toro in una corrida.
Serpeggia in ogni dove, si avvolge contorcendosi su se stessa o più placidamente si adagia seguendo la pendenza del terreno.
Il suo corpo nero è solcato da striscie bianche che la percorrono in tutta la sua lunghezza.
Ai suoi bordi riflessi argentei interrotti da scintillanti superfici arancioni come mille occhi.
Nulla le può sfuggire, ti segue ogni istante. Quando ti pare di averla capita e di saperla dominare, ti stupisce facendoti perdere l'equilibrio e disarcionandoti senza pietà.
Non c'è persona che la possa dominare.
Si muove nel buio più totale, ogni tanto un lampo di luce bianca squarcia la tenebra assoluta.
Quando gli occhi si abituano alla malvagia oscurità ecco che il "gigante" ti stordisce ancora immergendoti in un'accecante luce gialla.
Tutto appare diverso, ti sorprendi a studiare ogni centimetro della sua superficie a fissare e immagazzinare tutti i particolari.
Sorprendendoti di nuovo, l'oscurità spegne il bagliore facendoti ripiombare nel buio assoluto.

Sogno o realtà?

mercoledì, agosto 10, 2005

Giorno 10 e 11

Giorno 10
Ultimo risveglio nella patria degli Yankee.
Sempre abbondante colazione a base di uova strapazzate, salsiccia e patate fritte.
Un'ultima verifica della camera per evitare di dimenticare qualcosa (evento che grazie al cielo non si è mai verificato; al limite mi dimentico di portarmi dietro qualcosa, chessò tipo lo spazzolino da denti).
Ci si muove verso l'ufficio per scoprire che c'è da fare una prova lunghissima che prevede almeno mezza giornata di preparativi. Cazzo potevano dirmelo prima!!! Perchè non hanno aspettato il momento dell'imbarco per chiedermi una mano?
Comunque, mi do da fare e cerco di fare del mio meglio.
Ad un certo punto vengo avvisato dalla persona con cui lavoravo che manca una delle attrezzature necessarie per effettuare la prova.
Cazzo!!! E come faccio? Per i miracoli non sono ancora attrezzato.
Mi sono un attimo alterato; dopo un po' mi guardo intorno e mi accorgo che invece gli altri non sembrano per niente interessati. Ah sì? Bene allora me ne sbatto anch'io.
Il tono della giornata prosegue se questa strada.
Ultima pausa pranzo. Il mio stomaco inizia a non farcela più. Non che qui si mangi male, sia ben chiaro. E' che si mangia in modo diverso, molto diverso.
Andiamo in un ristorante greco, ovviamente greco all'americana; tutto buono, le porzioni sono semplicemente enormi. Un collega chiede del riso con l'agnello; praticamente gli portano un agnello e una risaia. Hanno mangiato in due, lui e l'agnello.
Io mi trattengo con un'insalatina col pollo (un petto intero e un cespo di insalata, più ovviamente l'immancabile accoppiata aglio e cipolla).
Dopo il "parco" pasto ci rechiamo a prendere un caffè (sempre per modo di dire) condito dalle immancabili considerazioni maligne sulla società per cui lavoriamo.
Ritorno in ufficio rotolando (ho scoperto in seguito di avere preso 2 chili in 2 settimane di permanenza).
La giornata trascorre in modo "produttivo", ho perfino inventato un nuovo modo per grattarmi i coglioni...
Alla fine salutiamo tutti e ce ne andiamo. L'avventura lavorativa negli USA è terminata ma c'è ancora il viaggio ad aspettarci. 8-|
Ci avviamo verso l'aeroporto di Detroit, lasciamo la macchina a noleggio e ci portano fino al terminal; ci facciamo una fila eterna al check-in. Qui c'è veramente di tutto, albanesi, arabi, indiani...
Una persona che era al banco (bianco, alto, biondo, vestito con giacca e cravatta) apre la valigia da imbarcare e inizia a tirare fuori di tutto (vestiti, magliette, calze, mutande, ...); probabilmente avrà avuto la valigia sovrappeso e starà spostando qualcosa.
Ad un certo punto tira fuori dalla valigia un involto con dentro una... una... Cazzo ma ha infilato nel trolley una motosega? Si vede che l'ha trovata in qualche grande magazzino a basso prezzo e ha pensato che a casa gli avrebbe fatto comodo. Certo che il mondo è pieno di persone strane.
Vabbè, ci muoviamo per il check-in e passiamo i controlli di sicurezza dove, per inciso, ti fanno togliere anche le scarpe!!! Non lamentatevi dei controlli in Italia. ;-)))
Cazzeggiamo un po' in aeroporto e andiamo a mangiare, tanto il volo parte alle 22 e 20. Cena nel ristorante Budweiser (in tema con la permanenza americana) e cazzeggio seduti vicino al gate.
Aereo pieno di arabacci con bambini; alcuni di loro pregano prima di salire in aereo. Speriamo che non si immolino in nome della jihad...
Salgo in aereo (un vecchio DC10 di merda) e scopro che il mio compagno di viaggio è una simpatica vecchina iraniana che non parla una parola di inglese. Le comunicazioni fra noi saranno simili a quelle di due sordomuti.
Alla fine si parte, servono aperitivi e cena; io sono stanco e non prendo niente. La vecchina si aperitivizza e, nel tentativo di consegnare la bustina vuota di stuzzichini salati secchi (conosciuti ai più come pretzel) mi rovescia tutte le briciole addosso. Eccheccazzo!!!
Le faccio un cenno con la mano, mi pulisco alla meglio e cerco di addormentarmi.

Giorno 11
In realtà questa è una mezza giornata, infatti 6 ore se ne vanno con il fuso. So già che questa cosa mi provocherà qualche problemino di sonno e fame...
Mi sono svegliato con un male al collo terrificante!
La simpatica vecchietta tronca della grossa; faccio 4 parole con il mio compagno di viaggio. Ci servono la colazione di plastica tipica degli aerei, semplicemente una bontà (non so se si nota il tono sarcastico).
Finisco colazione, siamo quasi in vista di Amsterdam; la vecchietta si sveglia e inizia a rompere i coglioni per avere la colazione. Peccato, si è mossa tardi e resterà a secco...
Atterriamo ad Amsterdam dove, ovviamente, piove; dopo una eterna camminata nell'attraversamento dell'aeroporto arriviamo al controllo passaporti. Ci spariamo la solita coda e alla fine rientriamo in Europa.
Ci mettiamo in attesa per il volo che ci riporterà a Malpensa; in zona ovviamente pullula di italiani.
Volo tranquillo a parte dei bambini capricciosi; sembrava stessero scannando qualche maiale...
Noleggio la macchina e torno presso la sede dell'azienda per cui lavoro. Ho appuntamento con mio fratello per il ritorno a casa.
Sono le 19 e 30 quando varco di nuovo la porta di casa.
Il viaggio americano è finito.

giovedì, agosto 04, 2005

Giorno 8 e 9

Giorno 8
Ci prepariamo per un'altra giornata
Dopo l'abituale sveglia-doccia-colazione ci avviamo al lavoro.
Anche oggi e' una giornata molto calda (si raggiungeranno quasi i 32°).
Al lavoro tutto scorre molto lentamente e mi pare che non ci sia stata molta coordinazione in previsione del nostro viaggio.
Inutile dire che alla fine della giornata esco dall'ufficio abbastanza scoglionato.
Rientro in albergo e cazzeggio fino alle 5 e mezza, dopodiche' ci mettiamo in marcia verso Ann Arbour.
Ann Arbour e' la citta' cresciuta intorno all'universita' del Michigan.
E' un posto piu' carino della media perche' ci sono negozi per strada (cosa abbastanza rara da queste parti) e un po' di gente che cammina per le vie.
Siamo passati intorno all'universita' del Michigan (inutile dire quanto grossa, nuova e bella sia); ci siamo diretti verso il centro della cittadina.
Parcheggiamo la macchina e andiamo a fare due passi; qui si vede veramente di tutto, famigliole normali, studenti che fanno footing, "alternativi" insomma un po' per tutti i gusti. Devo dire che qui e' proprio bello.
Dopo una visita in libreria ci dirigiamo verso un ristorante con specialita' a base di pesce. Ordino dalla lista e attendo il piatto.
Dopo una decina di minuti arriva un tegame 40x20cm solo per me.
Dopo il primo attimo di sconcerto lo scoperchio e subito la paura svanisce: d'altronde come si puo' portare a tavola l'aragosta?
Mi armo di pinze per rompere chele e coda, mi metto il bavaglino alla Bud Spencer e mi lancio all'attacco. Il tutto ovviamente condito con un paio di birre.
La cosa buffa e' vedermi in azione brutale (pinze e mani) mentre a fianco a me opera una signora con pinze, forchetta e coltello. Non c'e' che dire pero' il mio "metodo" da piu' soddisfazione.
Pago il conto, usciamo a cazzeggiare ancora qualche minuto e poi torniamo in albergo; siamo stanchi tutti e due.

Giorno 9
Mi sto adattando sempre meglio alle condizioni locali.
Stamattina e' suonata la sveglia, mi sono allungato per spegnerla e mi sono riaddormentato. Inizio a sentirmi un po' come a casa. Grazie al cielo mi sono svegliato solo un quarto d'ora dopo.
Doccia lampo, mi cambio e scendo a fare la solita colazione pantagruelica.
Arrivo al lavoro con tutti i migliori propositi.
Cerco di iniziare ma:
- una volta non c'e' la persona con cui lavorare
- una volta manca l'attrezzatura
- una volta devo sospendere per andare da un cliente
- una volta manca nuovamente la persona con cui lavorare.
In buona fine di 8 ore di lavoro avro' lavorato veramente un'oretta. Il fatto e' che a furia di grattarmi le palle ho asportato almeno 2 o 3 strati di pelle dallo scroto.
Unica nota di interesse e' un cliente che e' venuto a trovarci portandosi il suo prodotto perche' ha avuto un problema sulla parte che forniamo. Dopo una breve analisi riusciamo a dimostrare di non avere problemi; il cliente soddisfatto ci saluta e se ne va.
Per il resto la giornata scorre molle fino all'ora in cui leviamo le tende.
Ci muoviamo verso il centro di Detroit per fare gli ultimi acquisti (ho promesso di portare qualche regalo).
Certo che qui le cose procedono in un altro modo che in Italia. Per esempio stanno rifacendo completamente la I-96. Hanno iniziato i lavori a gennaio e hanno gia' finito tutto in direzione ovest e hanno gia' sbancato meta' autostrada in direzione est.
Finito lo shopping ci perdiamo in Detroit nel tentativo di tornare in albergo. Un paio di colpi di culo e un paio di vie contromano (tanto abbiamo la macchina targata Indiana) ritroviamo la strada ed arriviamo in albergo.
Il tempo di posare la roba e andiamo in cerca di cibo.
Entriamo in un locale carino che si chiama 5th Avenue. Appena entrati ci chiedono di mostrare un documento per verificare l'eta'. Sembro uno che ha meno di 21 anni?
Il posto oggi non e' molto frequentato, pero' di solito c'e' movimento con gente che suona. Approfittando della bella giornata estiva ci sediamo sul terrazzo a degustare una splendida New York Strip Steak (in parole povere una bistecca) da 12 once (stavolta non faccio la conversione perche' non ne ho voglia).
Ci muoviamo in seguito verso Novi (si pronuncia Novai) dove entriamo in una libreria Borders; all'interno c'e' una caffetteria dove appaghiamo la nostra voglia di caffiena.
Cazzeggiamo fra gli scaffali sorseggiando caffe' bollente e leggendo libri (tipo Italy for dummies).
Alle 10 leviamo le tende e torniamo in albergo per iniziare i preparativi per il viaggio di ritorno.

martedì, agosto 02, 2005

Giorno 6 e 7

Giorno 6
Dopo la scarpinata di ieri ce la prendiamo comoda; ci si alza un po' piu' tardi. :-)))
La parte buona di questa visita in Canada e' la colazione, decisamente piu' vicina agli standard continentali. Brioche e succo di frutta forniscono una buona carica di energia per la giornata.
Si parte in direzione Niagara Falls (per gli amici cascate del Niagara).
Inutile dire che lungo questa autostrada si e' dato appuntamento mezzo Canada che, approfittando della giornata di sole e del caldo record (30 gradi), si recano a fare un picnic sul lago Ontario (a Niagara on the lake).
Il viaggio dura circa un'ora e mezza; alla fine si raggiunge la meta.
L'impatto e' notevole; sulla sinistra il fiume Niagara e le famose cascate, sulla destra insegne, luci e un mare di gente.
Sembra di essere a Rimini d'estate (anche se al momento non posso dire di essere stato a Rimini... Diciamo che e' come me la immagino); procediamo con la macchina per due o tre chilometri e alla fine parcheggiamo.
Risaliamo la strada appena percorsa e arriviamo dal retro delle cascate. Non c'e' che dire, e' uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita.
Ho fatto anche qui un sacco di foto ma, come per Toronto, non sono in grado di scaricarle e metterle in rete. Lo faro' al mio ritorno in Italia.
Il salto dell'acqua provoca la generazione di molte schizze, che per effetto delle correnti vengono proiettate in aria. Con un lieve vento queste si possono spostare dappertutto. Il caso ha voluto che il vento tirasse dagli USA al Canada, quindi il sottoscritto e' finito in un'acquazzone molto localizzato grazie al quale mi sono marciato dalla testa ai piedi.
Non mi arrendo e riprendo a muovermi in direzione del paese lungo Falls Avenue; considerata l'ora ci ritiriamo in un locale per pranzare.
Ci dedichiamo al turismo lungo le strade del paese; la sensazione e' di essere all'interno di un immenso luna park.
Si trovano solo gadget di qualita' scadente, in questa zona e' decisamente tutto troppo turistico...
Raggiungiamo la cima del paese dove troviamo il solito Starbucks per il caffe' di rito. Restiamo ancora un po' in giro senza una meta precisa e alla fine ci ritiriamo in direzione della macchina. Sono quasi le 3 e ci aspettano almeno 5 ore di strada per tornare a Plymouth.
In aggiunta a cio' ci spariamo un'ora di coda al confine per rientrare negli USA...
Stanchi ma appagati usciamo ancora per cena: stavolta la scelta cade su un ristorante caraibico. Il piatto della serata e' una paella che non ha niente a che vedere con la piu' nota ricetta valenciana; considerato quello che ho mangiato finora non mi posso proprio lamentare.

Giorno 7
Giornata lavorativa come al solito. L'unica cosa sicura in questo paese e' che le cose non vanno mai come sono state pianificate.
Di fatto in questa mattinata non ho concluso una beata fava.
Pomeriggio presso un cliente a raccogliere nuovamente consigli non richiesti. Che ci volete fare? Mi pagano per stare dal cliente senza sapere che cazzo dirgli (definizione di policy aziendale).
Piu' tardi nel pomeriggio ci rechiamo a trovare un ex collega (di origine russa) licenziato dall'azienda piu' di un anno fa; adesso ha un altro lavoro che non gli piace molto.
In occasione della nostra visita, ha organizzato una cena con prosecuzione della serata nella sua magione. Sapete come cenano i russi? No? Ok ve lo racconto io.
Fondamentalmente il cibo non e' molto dissimile dallo standard italiano. Carne cucinata piu' o meno come un arrosto e accompagnata da molte verdure, tipo patate lesse, insalata (peperoni, cetrioli, pomodori), broccoli e cavolfiori grigliati.
Il tutto annaffiato da vodka ghiacciata (appena tirata fuori dal congelatore); faceva persino male tenere la bottiglia in mano.
La sensazione di questo tipo di cena e' la seguente: casa con aria condizionata e sudore all'ennesima potenza... Mi sono sentito decisamente storto.
Ci siamo intrattenuti a tavola ancora un po' degustando un ottimo caffe' simil-turco e qualche dolcetto.
Alla fine usciamo in giardino per fare quattro chiacchiere; solite cose di rito, barzellette, foto, discussioni semiserie.
Alla fine ci arrendiamo e alle 10 e mezza salutiamo la famigliola e ci dirigiamo in albergo.
Adesso salgo in camera e mi faccio la barba.